I dieci comandamenti per un “Je suis” Israele

Liberare Gaza, sì da Hamas

Equazione, x= terrorismo islamico

Quanti Bataclan servono? Quante stragi di Nizza? Quanti califfati col vessillo dell’Isis? Quante N rovesciate? Quanti Boko Haram? Non capisco chi non riesca a risolvere l’equazione: x uguale terrorismo islamico, quando la gente è investita come birilli, è sgozzata come conigli, è fucilata come al tiro a segno. Quando bambini e donne – e donne anziane – sono presi ostaggio da ragazzotti tenenti kalashnikov che non gridano “libertà” – sottolineiamolo – bensì “Allah Akbar”. Non capisco perché il “Je suis Israele” non esca dalle nostre bocche liberamente, “ça va sans dire”.

Siamo abituati all’orrore

Dovrebbe essere così e, invece, è un orrore a cui siamo abituati, ci nausea, ma ripeto: ne siamo abituati, tanto è vero che al posto di essere tutti compatti contro questo macello, contro la strage al festival “Supernova” con esito 260 morti, osserviamo come la strage scivoli liscia come l’olio da molti media nostrani.

Come al TG1 dove, per ascoltare tutte le campane, ci propongono pure il libro di Patrick Zaki. Il giovane universitario che ci ricorda che bisogna stare dalla parte di Hamas e in questo è pefettamente allineato a quegli egiziani che lo hanno incarcerato. Che peccato non averlo saputo prima: magari lo avrebbero liberato senza far spendere soldi all’Italia. Le sue dichiarazioni hanno creato imbarazzo persino a Fazio e Litizzetto.

Sì, ne siamo assuefatti, altrimenti non si spiega il moltiplicarsi di manifestazioni pro Palestina (araba) al coro “I terroristi sbagliano però” (per molti manco sbagliano, sia ben inteso). Ed è nelle moschee in Europa che si risvegliano discorsi d’odio dormienti di questo tipo. Le moschee di noialtri sono intrise di politica e in questo non sono poi tanto diverse da quelle di Gaza, in cui il luogo di culto si trasforma in un tunnel di trincea verso Israele.

I dieci comandamenti

Siamo assueffati ma agli uomini di buon senso – sempre più rari – grido: siamo di fronte a terroristi e in dieci mosse vi rammento il perché:

1️⃣ Uno. Non aprono le frontiere. Vogliono il bagno di sangue. A Gaza i miliziani di Hamas impediscono ai civili di evacuare. Come se agli ucraini avessero sbarrato le porte verso la Polonia o l’Italia. E gli impediscono pure di andare verso sud, come annunciato dalle forze armate israeliane per evitare scontro tra esercito e civili.

2️⃣ Due. Non sanno fare la guerra. La guerra ha delle regole. Il loro agire si definisce esclusivamente come un attentato.

3️⃣ Tre. Non hanno un governo democratico. Come si può interloquire con uno stato palestinese finché governerà Hamas? Per Israele alla frontiera non c’è una Francia, un’Inghilterra, un’Italia.

4️⃣ Quattro. Non vogliono riconoscere l’altro. Hamas lo ha scritto in Costituzione mica lo tiene in segreto. Non c’è alcun principio di “Due stati e due popoli”. Ci saranno torti e ragioni da ambedue le parti. Ma anche i torti e le ragioni non sono mai simmetrici!

5️⃣ Cinque. Sono una prigione a cielo aperto. Gli abitanti di Gaza sono costretti a stare lì. Sono loro stessi ostaggio. Non c’è dissenso riconosciuto.

6️⃣ Sei. A Gaza è l’intero territorio nella sua essenza ad essere strumentalizzato. È una pedina nella scacchiera geopolitica per perpetuare la guerra con l’Occidente (il nostro Occidente)

7️⃣ Sette. Si abbia il coraggio di tacere quando il 27 gennaio viene sbattuto in faccia il giorno della memoria se oggi si sventola “Free Palestina”. Gli ebrei non ci chiedono pietà. Ma come diceva una mia amica “è facile difendere gli ebrei morti, ma quelli vivi?”

8️⃣ Otto. Sono in Europa. Cedere agli appelli di Hamas è fomentare quegli arabi a rischio radicalizzazione che – come con il famoso Cavallo di Troia – ormai si sono intrufolati nelle nostre nazioni. Lupi neanche troppo dormienti che abitano nei nostri quartieri. E proprio ieri in Francia un radicalizzato ceceno ha diffuso terrore in un liceo, uccidendo un professore. La Francia ha vietato tutte le manifestazioni filo-palestinesi ma ieri sera a Parigi una manifestazione si è svolta lo stesso. Le autorità hanno permesso che si svolgesse comunque per paura di disordini. L’Islam detta chiaramente legge a Parigi, per la prima volta nella storia e probabilmente per sempre. Il distopico romanzo di Houellebecq “Sottomissione” è sempre più realtà.

9️⃣ Nove. No, non c’è integrazione. Lo diceva un politologo dello spessore di Sartori: “Dal 630 d.C. la storia non ricorda casi di integrazione di islamici all’interno di società differenti”.

🔟 Dieci. Ma quanti cortocircuiti si devono digerire per inneggiare ad Hamas? Già, quegli stessi figli di papà dei centri sociali che partecipano al gaypride, al “Non una di meno”, che danno alla Meloni della autoritaria, che si tagliano le ciocche di capelli: ma lo sanno che il primo sostenitore di Hamas è l’Iran? L’Iran delle impiccagioni, torture e lapidazioni a donne, gay, dissidenti.

I dieci comandamenti per un "Je suis" Israele
Israele dopo l’attentato si prepara per il contrattacco (Crediti Sky TG24)

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Siamo abituati all’orrore

Dovrebbe essere così e, invece, è un orrore a cui siamo abituati, ci nausea, ma ripeto: ne siamo abituati, tanto è vero che al posto di essere tutti compatti contro questo macello, contro la strage al festival “Supernova” con esito 260 morti, osserviamo come la strage scivoli liscia come l’olio da molti media nostrani.

Come al TG1 dove, per ascoltare tutte le campane, ci propongono pure il libro di Patrick Zaki. Il giovane universitario che ci ricorda che bisogna stare dalla parte di Hamas e in questo è pefettamente allineato a quegli egiziani che lo hanno incarcerato. Che peccato non averlo saputo prima: magari lo avrebbero liberato senza far spendere soldi all’Italia. Le sue dichiarazioni hanno creato imbarazzo persino a Fazio e Litizzetto.

Sì, ne siamo assuefatti, altrimenti non si spiega il moltiplicarsi di manifestazioni pro Palestina (araba) al coro “I terroristi sbagliano però” (per molti manco sbagliano, sia ben inteso). Ed è nelle moschee in Europa che si risvegliano discorsi d’odio dormienti di questo tipo. Le moschee di noialtri sono intrise di politica e in questo non sono poi tanto diverse da quelle di Gaza, in cui il luogo di culto si trasforma in un tunnel di trincea verso Israele.

I dieci comandamenti

Siamo assueffati ma agli uomini di buon senso – sempre più rari – grido: siamo di fronte a terroristi e in dieci mosse vi rammento il perché:

1️⃣ Uno. Non aprono le frontiere. Vogliono il bagno di sangue. A Gaza i miliziani di Hamas impediscono ai civili di evacuare. Come se agli ucraini avessero sbarrato le porte verso la Polonia o l’Italia. E gli impediscono pure di andare verso sud, come annunciato dalle forze armate israeliane per evitare scontro tra esercito e civili.

2️⃣ Due. Non sanno fare la guerra. La guerra ha delle regole. Il loro agire si definisce esclusivamente come un attentato.

3️⃣ Tre. Non hanno un governo democratico. Come si può interloquire con uno stato palestinese finché governerà Hamas? Per Israele alla frontiera non c’è una Francia, un’Inghilterra, un’Italia.

4️⃣ Quattro. Non vogliono riconoscere l’altro. Hamas lo ha scritto in Costituzione mica lo tiene in segreto. Non c’è alcun principio di “Due stati e due popoli”. Ci saranno torti e ragioni da ambedue le parti. Ma anche i torti e le ragioni non sono mai simmetrici!

5️⃣ Cinque. Sono una prigione a cielo aperto. Gli abitanti di Gaza sono costretti a stare lì. Sono loro stessi ostaggio. Non c’è dissenso riconosciuto.

6️⃣ Sei. A Gaza è l’intero territorio nella sua essenza ad essere strumentalizzato. È una pedina nella scacchiera geopolitica per perpetuare la guerra con l’Occidente (il nostro Occidente)

7️⃣ Sette. Si abbia il coraggio di tacere quando il 27 gennaio viene sbattuto in faccia il giorno della memoria se oggi si sventola “Free Palestina”. Gli ebrei non ci chiedono pietà. Ma come diceva una mia amica “è facile difendere gli ebrei morti, ma quelli vivi?”

8️⃣ Otto. Sono in Europa. Cedere agli appelli di Hamas è fomentare quegli arabi a rischio radicalizzazione che – come con il famoso Cavallo di Troia – ormai si sono intrufolati nelle nostre nazioni. Lupi neanche troppo dormienti che abitano nei nostri quartieri. E proprio ieri in Francia un radicalizzato ceceno ha diffuso terrore in un liceo, uccidendo un professore. La Francia ha vietato tutte le manifestazioni filo-palestinesi ma ieri sera a Parigi una manifestazione si è svolta lo stesso. Le autorità hanno permesso che si svolgesse comunque per paura di disordini. L’Islam detta chiaramente legge a Parigi, per la prima volta nella storia e probabilmente per sempre. Il distopico romanzo di Houellebecq “Sottomissione” è sempre più realtà.

9️⃣ Nove. No, non c’è integrazione. Lo diceva un politologo dello spessore di Sartori: “Dal 630 d.C. la storia non ricorda casi di integrazione di islamici all’interno di società differenti”.

🔟 Dieci. Ma quanti cortocircuiti si devono digerire per inneggiare ad Hamas? Già, quegli stessi figli di papà dei centri sociali che partecipano al gaypride, al “Non una di meno”, che danno alla Meloni della autoritaria, che si tagliano le ciocche di capelli: ma lo sanno che il primo sostenitore di Hamas è l’Iran? L’Iran delle impiccagioni, torture e lapidazioni a donne, gay, dissidenti.

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