“Che tempo che fa”, Fazio intervista Macron: “No sovranismi, sì Europa forte”

20190303_211639Anche con Macron, Fazio non si smentisce e conduce l’intervista come al suo solito: senza pepe, senza provocazioni, stile promozione libro e cd, come fa ogni sabato sera. Un’intervista che ricorderemo tra qualche giorno non per qualche contenuto in particolare, ma per il continuo annuire di Fazio, manco temesse davvero di perdere il posto per colpa del governo giallo-verde e dovesse farsi assumere da Macron negli studi France1 o France2. L’intervista parte con quel “Parigi è un po’ una capitale d’Italia” secondo Fazio, per via dei tanti italiani che ci vivono, che suona come zuccheratissimo convenevole. Nessuna domanda su Libia, nessuna domanda su Ventimiglia, sui gilet gialli, su Africa-cfa, su Trump, Salvini, Lepen o Di Maio, quindi di cosa si è parlato?

LE CITAZIONI DI MACRON

Amato o odiato (più odiato di sicuro in questi ultimi mesi) ma di Macron non si può dire che non sia colto. Di sicuro emerge come primo della classe rispetto al livello a cui siamo abituati qui in Italia. Da Zingaretti a Renzi, da Di Maio a Salvini, diciamo che la mediocrità nei discorsi da noi è bipartisan. Questo non significa che essere colti voglia dire essere bravi amministratori politici, sia chiaro, ma resta il fatto che vedere Macron che senza traduttore capisce perfettamente l’italiano (e parla anche ottimamente inglese) è una cosa per noi lunare.

Macron ha fatto diverse citazioni. Sulla domanda su come conciliare una maggiore Unione Europea con le richieste dei sovranisti, Macron menziona Umberto Eco, e quel “la lingua dell’Europa è la traduzione” che dice tutto. Dice di come l’Europa cresce se resterà ensemble di popoli, quindi non c’è spazio per nessuna UE ibrido.

Sull’emergenza immigrazione, Macron cita Roberto Saviano e quei “trafficanti di vite umane che sono il vero pericolo da bloccare”. Macron ribadisce che l’Europa ha avuto delle colpe ad aver lasciato sola l’Italia ad affrontare la crisi degli sbarchi. I numeri sono stati troppo alti e hanno generato paura. Ma questa paura va bloccata perché genera razzismo e odio. E qui la terza citazione, Freud: “Il razzismo è il sintomo del malessere di una società”.

Subito dopo arriva una lunga risposta alla domanda di Fazio sull’antisemitismo che per Macron è alimentato a destra e a sinistra e anche dall’islamismo radicale. L’ebreo è il capro espiatorio dei nostri problemi, “è l’altro che non sopportiamo, è l’operaio, è il bolscevico, è il globalizzato”.

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COME RISOLVERE I PROBLEMI?

Di parole, di belle parole ne sono state dette tante ma concretamente, quali ricette? Come Macron voglia far crescere il sentimento europeo io non l’ho mica capito. Eppure è ovvio a tutti – Brexit docet, Catalogna docet, populisti vari docet – che oggi sia ai minimi termini. Macron dice: “Serve cambiare il capitalismo contemporaneo”. Si ma come? “Serve far sviluppare i paesi africani così la gente non parte”. Si ma come? Per arrivare alla domanda più locale. “Serve convincere la gente che la Tav si deve fare”. Si ma come?

Macron parla di esigenza di un nuovo sogno europeo, usa le parole rinascimento europeo e dice che ciò che fa forte i nostri popoli è l’umanesimo europeo. Tuttavia Macron non dice a cosa si riferisce con questo umanesimo. Insomma, mi chiedo, esso avrà delle radici? Non è certo un concetto astratto sempre esistito. Quindi forse è da lì che si deve ripartire. Riconoscendo e alimentado queste radici.

EUROPA UNITA CONTRO CINA E TRUMP

Macron dice che “con una Cina da una parte e con gli Stati Uniti a trazione Trump dall’altra, se l’Europa non è unita non va da nessuna parte”. Ma basta riconoscere che l’unione fa la forza per far crescere l’amore per l’Europa? L’Europa intesa come soltanto forza economica non fa crescere il sentimento, anzi. Ma all’obiezione di Fazio: “L’Europa non è odiata proprio perché è vista come regole calate dall’alto e tecnocrazia?” Macron brevemente risponde di no.  Eppure i gilet gialli, i pastori sardi, le elezioni tra i vari Paesi sembrano dire il contrario e alle europee di maggio dubito vedremo spegnersi i movimenti “anti Europa”. Ma anche questo problema non viene approfondito da Fazio che svincola nella domanda: “Ma lei che è il presidente più giovane della storia di Francia si sente giovane? Che cos’è per lei la giovinezza”.

Risposta sì, sono pieno di sogni quindi mi sento giovane. Fine dell’intervista. E fine anche dei nostri sogni di capire che scenari ci saranno ad esempio coi gilet gialli e con la nostra Europa.

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LE CITAZIONI DI MACRON

Amato o odiato (più odiato di sicuro in questi ultimi mesi) ma di Macron non si può dire che non sia colto. Di sicuro emerge come primo della classe rispetto al livello a cui siamo abituati qui in Italia. Da Zingaretti a Renzi, da Di Maio a Salvini, diciamo che la mediocrità nei discorsi da noi è bipartisan. Questo non significa che essere colti voglia dire essere bravi amministratori politici, sia chiaro, ma resta il fatto che vedere Macron che senza traduttore capisce perfettamente l’italiano (e parla anche ottimamente inglese) è una cosa per noi lunare.

Macron ha fatto diverse citazioni. Sulla domanda su come conciliare una maggiore Unione Europea con le richieste dei sovranisti, Macron menziona Umberto Eco, e quel “la lingua dell’Europa è la traduzione” che dice tutto. Dice di come l’Europa cresce se resterà ensemble di popoli, quindi non c’è spazio per nessuna UE ibrido.

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