Bologna, “De Pisis. Nascita di un quadro” all’Unipol

A Bologna arriva de Pisis: una mostra “bomboniera” al Museo d’impresa del gruppo Unipol

Tra simbolismo e metafisica. Questa la pittura di Filippo de Pisis, protagonista della storia dell’arte della prima metà del Novecento. C’è il simbolismo di Pascoli, poeta caro al pittore. E c’è la metafisica di De Chirico, altra fonte di ispirazione. È “CUBO”, il museo d’impresa del gruppo Unipol, a dedicargli una retrospettiva dal titolo “Filippo de Pisis. Nascita di un quadro”, visitabile fino al 18 gennaio 2025.

La mostra nasce dalla collaborazione con l’Associazione per Filippo de Pisis e ottiene il contributo di AitArt, Associazione nazionale archivi d’artista.

Mostra de Pisis Bologna
F.de Pisis, Rose bianche, 1952, olio su tela, © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Courtesy P420 – Bologna, ph credit Carlo Fave

Mostra de Pisis: indagare il suo pensiero

“Non è solo un esporre quadri ma un indagare il suo pensiero – dice Vittorio Verdone, Direttore Comunicazione e Media Relations del Gruppo Unipol -. De Pisis non nasce come pittore ma come letterato e osservando le sue opere, nella scelta dei soggetti semplici, vi è come una ricerca dell’essenza, proprio come nella filosofia di Lucrezio”.

“L’intento è raccontare un altro de Pisis: inquieto e profondo – gli fa eco Angela Memola, Responsabile Arte e Patrimonio artistico del Gruppo Unipol -. Siamo partiti da un olio su tela di proprietà di Unipol, ‘Paesaggio’, e attorno ad esso si è snodato un percorso artistico e letterario, infatti, tra le pareti oltre ai diciotto dipinti si trovano brani letterari, poetici e critici scritti da de Pisis stesso”.

La parola e l’immagine

“Abbiamo lavorato tenendo insieme la parola e l’immagine. Leggendo le sue confessioni, le sue memorie abbiamo cercato l’intimo segreto degli scritti – spiega Ilaria Bignotti, curatrice -. La mostra è suddivisa in sei sezioni, sei temi o meglio ossessioni. C’è il tema degli interni, delle marine, dei fiori, personificazione del suo sentire e degli animali che evidenziano la sua empatia. Vogliamo raccontare la complessità di de Pisis. Ogni quadro è epifania di un pensiero. Per capirci: non c’è solo il quadro bello, ma oltre ad esso si celano aspetti come la malinconia, l’attesa dell’amore, la tensione all’essere riconosciuto”.

Filippo de Pisis, Natura morta con fetta di melone, 1927, olio su tela, cm 53,5×64,5 © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Collezione privata, courtesy BKV Fine Art, Milano

L’amicizia con de Chirico

Con la laurea in tasca in lettere, de Pisis inizia la sua carriera da scrittore. Ma l’incontro e l’amicizia con de Chirico a Ferrara gli donerà l’impulso a diventare pittore. I due giganti si influenzeranno a vicenda: de Chirico troverà ispirazione nei suoi scritti e de Pisis nella sua pittura.

Non solo un pittore e non solo un letterato, ma un uomo di profonda cultura. Dalla botanica all’arte antica (all’Università di Padova è conservato un suo ricco erbario), i suoi vasti interessi sono un continuo stimolo di conoscenza a tal punto da rendergli la sua città natale sempre più stretta. Così parte per Roma, poi per Parigi. Nella Ville Lumière si ritrova nel fermento dei movimenti artistici ed è lì che si consacra pittore.  Entrando nel gruppo dei sette, “Les Italiens de Paris”, prenderà avvio la sua partecipazione a mostre.

“Tutte le sue opere sono un riportare le impressioni della vita. I soggetti sono semplici ma filtrati con la sua preparazione intellettuale – dice Maddalena Tibertelli de Pisis, curatrice -. La sua vita si evolve e, in parallelo, si evolve la sua tavolozza. Vivendo a Parigi e a Londra, le sue pennellate acquisiscono la velocità che respira in città e poi, negli ultimi anni, con l’esperienza della malattia, anche i suoi quadri rispecchiano quel senso di dolore e isolamento”.

Ed è ciò che si può constatare in mostra, passando dai quadri degli anni ’20 agli ultimi degli anni ’50, pur ritrovando i soggetti a lui cari di sempre, le composizioni si riducono di elementi, i contorni si fanno più accennati, i colori più freddi.

mostra de Pisis Bologna
Filippo de Pisis, Cagnolino, 1940, olio su tela, cm 65×40 © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Collezione privata

Mostra de Pisis: perché si chiama “Nascita di un quadro”?

La mostra si intitola “Nascita di un quadro” e se, da una parte, come spiega la curatela è proprio perché analizzando i suoi scritti si è andati alla ricerca di ciò che portava de Pisis a dipingere. “Questa mostra è la dimostrazione di quanto sia importante un archivio”, chiosa Bignotti.

Dall’altra, “Nascita di un quadro”, calza a pennello col fatto che molti giovani artisti vogliono ispirarsi e confrontarsi con de Pisis nel loro avvio alla pittura. “È squisitamente contemporaneo de Pisis”, conclude Memola, “non a caso alla Biennale di Venezia, Louis Fratino, tra i più giovani invitati a Venezia e tra gli artisti contemporanei più promettenti al mondo, ha voluto esporre le sue opere, affiancandole alle tele di de Pisis”.

Filippo de Pisis, I due pomodori, 1950, olio su carta incollata su tela, cm 34,9×50, , © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Courtesy P420 – Bologna, ph credit Carlo Favero
Mostra de Pisis Bologna
Filippo de Pisis, L’ anima delle cose, 1949, © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Courtesy P420 – Bologna, ph credit Carlo Favero
Filippo de Pisis, Natura morta con bottiglia, 1951, © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Collezione privata

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Tra simbolismo e metafisica. Questa la pittura di Filippo de Pisis, protagonista della storia dell’arte della prima metà del Novecento. C’è il simbolismo di Pascoli, poeta caro al pittore. E c’è la metafisica di De Chirico, altra fonte di ispirazione. È “CUBO”, il museo d’impresa del gruppo Unipol, a dedicargli una retrospettiva dal titolo “Filippo de Pisis. Nascita di un quadro”, visitabile fino al 18 gennaio 2025.

La mostra nasce dalla collaborazione con l’Associazione per Filippo de Pisis e ottiene il contributo di AitArt, Associazione nazionale archivi d’artista.

Mostra de Pisis Bologna
F.de Pisis, Rose bianche, 1952, olio su tela, © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Courtesy P420 – Bologna, ph credit Carlo Fave

Mostra de Pisis: indagare il suo pensiero

“Non è solo un esporre quadri ma un indagare il suo pensiero – dice Vittorio Verdone, Direttore Comunicazione e Media Relations del Gruppo Unipol -. De Pisis non nasce come pittore ma come letterato e osservando le sue opere, nella scelta dei soggetti semplici, vi è come una ricerca dell’essenza, proprio come nella filosofia di Lucrezio”.

“L’intento è raccontare un altro de Pisis: inquieto e profondo – gli fa eco Angela Memola, Responsabile Arte e Patrimonio artistico del Gruppo Unipol -. Siamo partiti da un olio su tela di proprietà di Unipol, ‘Paesaggio’, e attorno ad esso si è snodato un percorso artistico e letterario, infatti, tra le pareti oltre ai diciotto dipinti si trovano brani letterari, poetici e critici scritti da de Pisis stesso”.

La parola e l’immagine

“Abbiamo lavorato tenendo insieme la parola e l’immagine. Leggendo le sue confessioni, le sue memorie abbiamo cercato l’intimo segreto degli scritti – spiega Ilaria Bignotti, curatrice -. La mostra è suddivisa in sei sezioni, sei temi o meglio ossessioni. C’è il tema degli interni, delle marine, dei fiori, personificazione del suo sentire e degli animali che evidenziano la sua empatia. Vogliamo raccontare la complessità di de Pisis. Ogni quadro è epifania di un pensiero. Per capirci: non c’è solo il quadro bello, ma oltre ad esso si celano aspetti come la malinconia, l’attesa dell’amore, la tensione all’essere riconosciuto”.

Filippo de Pisis, Natura morta con fetta di melone, 1927, olio su tela, cm 53,5×64,5 © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Collezione privata, courtesy BKV Fine Art, Milano

L’amicizia con de Chirico

Con la laurea in tasca in lettere, de Pisis inizia la sua carriera da scrittore. Ma l’incontro e l’amicizia con de Chirico a Ferrara gli donerà l’impulso a diventare pittore. I due giganti si influenzeranno a vicenda: de Chirico troverà ispirazione nei suoi scritti e de Pisis nella sua pittura.

Non solo un pittore e non solo un letterato, ma un uomo di profonda cultura. Dalla botanica all’arte antica (all’Università di Padova è conservato un suo ricco erbario), i suoi vasti interessi sono un continuo stimolo di conoscenza a tal punto da rendergli la sua città natale sempre più stretta. Così parte per Roma, poi per Parigi. Nella Ville Lumière si ritrova nel fermento dei movimenti artistici ed è lì che si consacra pittore.  Entrando nel gruppo dei sette, “Les Italiens de Paris”, prenderà avvio la sua partecipazione a mostre.

“Tutte le sue opere sono un riportare le impressioni della vita. I soggetti sono semplici ma filtrati con la sua preparazione intellettuale – dice Maddalena Tibertelli de Pisis, curatrice -. La sua vita si evolve e, in parallelo, si evolve la sua tavolozza. Vivendo a Parigi e a Londra, le sue pennellate acquisiscono la velocità che respira in città e poi, negli ultimi anni, con l’esperienza della malattia, anche i suoi quadri rispecchiano quel senso di dolore e isolamento”.

Ed è ciò che si può constatare in mostra, passando dai quadri degli anni ’20 agli ultimi degli anni ’50, pur ritrovando i soggetti a lui cari di sempre, le composizioni si riducono di elementi, i contorni si fanno più accennati, i colori più freddi.

mostra de Pisis Bologna
Filippo de Pisis, Cagnolino, 1940, olio su tela, cm 65×40 © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Collezione privata

Mostra de Pisis: perché si chiama “Nascita di un quadro”?

La mostra si intitola “Nascita di un quadro” e se, da una parte, come spiega la curatela è proprio perché analizzando i suoi scritti si è andati alla ricerca di ciò che portava de Pisis a dipingere. “Questa mostra è la dimostrazione di quanto sia importante un archivio”, chiosa Bignotti.

Dall’altra, “Nascita di un quadro”, calza a pennello col fatto che molti giovani artisti vogliono ispirarsi e confrontarsi con de Pisis nel loro avvio alla pittura. “È squisitamente contemporaneo de Pisis”, conclude Memola, “non a caso alla Biennale di Venezia, Louis Fratino, tra i più giovani invitati a Venezia e tra gli artisti contemporanei più promettenti al mondo, ha voluto esporre le sue opere, affiancandole alle tele di de Pisis”.

Filippo de Pisis, I due pomodori, 1950, olio su carta incollata su tela, cm 34,9×50, , © Filippo de Pisis by SIAE 2024. Courtesy P420 – Bologna, ph credit Carlo Favero
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