Oggi 7 o 8 animalisti armati di megafono protestavano all’uscita dell’Acquario di Genova.
Oggi 500 persone, provenienti da tutta Europa, molti studenti e tantissime famiglie con bambini piccoli, sceglievano invece di entrare a visitarlo.
Premesso che la domanda se sia lecito o meno tenere animali in ambiente controllato sia una domanda considerabilissima. Degna di rispetto. È giusto o non è giusto? È un problema che interroga le coscienze delle persone, un problema etico, e non mi permetto di svilire il quesito. Assolutamente. Io, per esempio, trovo sbagliato il circo con animali e mi batto con la penna e la divulgazione per raccogliere consenso.
Faccio, però, solo 2 osservazioni:
1) Dire falsità è giocare sporco. Dire che innocenti muoiono, dire che gli animali sono torturati, dire che le razze sono mutilate rivela solo disinformazione e ignoranza scientifica. Urlare più forte per trasformare una menzogna in verità è quanto i sociologi battezzano comepostverità. E gli animalisti ci sono immersi. Forse non sanno che le razze che si possono toccare all’Acquario non hanno alcun aculeo da mutilare. E soprattutto nella vasca tattile sono loro a scegliere di farsi accarezzare, qualora non volessero possono benissimo nuotare nel restante 95% di spazio della vasca a disposizione, non raggiungibile dalle mani degli uomini.
Sotto controllo veterinario h 24 e con un menù di cibo ricco e costante si toccano i record di longevità. Ci vuole coraggio a dire che stanno male di salute. I delfini, forse gli animali che più di tutti trovano la nostra empatia, in natura incontrano inquinamento, pericoli, parassiti, imbarcazioni nonché le normali difficoltà di una vita selvatica. Di certo non vivono più che in cattività. E all’acquario ci sono delfini che raggiungono 50 anni. Squali che hanno 50 anni. C’è uno squalo nutrice salvato da un acquarietto di una pizzeria in cui stava rinchiuso e che lo ha portato a rimanere nano. Ci sono pinguini salvati dal petrolio. Ci sono rettili e anfibi confiscati all’aeroporto o recuperati dal torrente cittadino. Ci sono tartarughe Carrette periodicamente curate e rilasciate in libertà. Tutti gli animali (coralli, pesci, mammiferi) non provengono da prelievo in natura. Forse gli animalisti non sanno che all’Acquario ci sono progetti di allevamento di animali in via di estinzione, come la testuggine di Albenga o la testuggine Pixis del Madagascar.
Sono convinto che molti animalisti siano detentori di cani e gatti. Sicuramente, verso i loro amici a quattro zampe nutrono indiscusso affetto. Chissà se anche per loro desiderano la libertà. Insomma, per amore della natura, liberino gli animali domestici quindi animali stereotipati e li lascino alla vera natura. Il cane torni a fare il lupo e il gatto torni a fare il felino. Insomma per amore della natura, li liberino da giochi, crocchette e da un divano al posto del bosco… che tortura!
2) A parte l’ironia mi chiedo soprattutto se questi animalisti vivano sul nostro pianeta. Un pianeta gravemente malato. Sull’orlo del baratro. Senza quasi più acqua, suolo e foreste. Io vorrei tanto che venissero all’acquario per vedere coi loro occhi lo stupore della gente verso gli animali e le piante che con le loro eccezionalità sono ambasciatori di un messaggio ambientale. È vero tutto questo non è automatico. Tanta è la gente che giunge distratta, attirata dagli animali grossi, con l’intento banalmente di rilassarsi, passare un pomeriggio di svago, divertirsi e far divertire i figli. Ed è vero il gioco si fa, quando vale la candela. Innegabile il business.
Tuttavia altrettanto innegabile è il grande operato di educazione ambientale. Sia gli acquaristi (che lungo il percorso svolgono momenti di spiegazione) sia le numerose guide veicolano messaggi di rispetto e difesa per il nostro pianeta. Anch’io mi ci metto nel mucchio. Come guida incontro molta gente ed è bello vedere il coinvolgimento quando si dice loro che se le spiagge sono pulite, si deve ringraziare la posidonia o che milioni di squali sono uccisi tutti gli anni per farci delle zuppe o che ancora la Liguria è un incredibile santuario per i delfini. Vorrei che gli animalisti vedessero quando un bambino accarezza una razza e gli si spiega che è un cugino dello squalo e si sfata il mito dell’assassino di Spielberg. Quanti miti si sfatano all’acquario, dalle meduse ai piranha alle murene. Viviamo di film e documentari intrisi di animali killer. E facendo questo lavoro ho scoperto che, è vero, tante persone possono entrare all’Acquario con superficialità, ma tante di sicuro escono grate, arricchite e un po’ più consapevoli.
E in tutto questo “pippotto” non ho manco accennato alla fonte di occupazione e al volano turistico che l’Acquario rappresenta per la città di Genova. Una città in crisi e soffocata dalla disoccupazione.
Giudicate voi, in questo pianeta così inquinato, quanto l’Acquario faccia davvero male.
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Oggi 7 o 8 animalisti armati di megafono protestavano all’uscita dell’Acquario di Genova.
Oggi 500 persone, provenienti da tutta Europa, molti studenti e tantissime famiglie con bambini piccoli, sceglievano invece di entrare a visitarlo.
Premesso che la domanda se sia lecito o meno tenere animali in ambiente controllato sia una domanda considerabilissima. Degna di rispetto. È giusto o non è giusto? È un problema che interroga le coscienze delle persone, un problema etico, e non mi permetto di svilire il quesito. Assolutamente. Io, per esempio, trovo sbagliato il circo con animali e mi batto con la penna e la divulgazione per raccogliere consenso.
Faccio, però, solo 2 osservazioni:
1) Dire falsità è giocare sporco. Dire che innocenti muoiono, dire che gli animali sono torturati, dire che le razze sono mutilate rivela solo disinformazione e ignoranza scientifica. Urlare più forte per trasformare una menzogna in verità è quanto i sociologi battezzano comepostverità. E gli animalisti ci sono immersi. Forse non sanno che le razze che si possono toccare all’Acquario non hanno alcun aculeo da mutilare. E soprattutto nella vasca tattile sono loro a scegliere di farsi accarezzare, qualora non volessero possono benissimo nuotare nel restante 95% di spazio della vasca a disposizione, non raggiungibile dalle mani degli uomini.
Sotto controllo veterinario h 24 e con un menù di cibo ricco e costante si toccano i record di longevità. Ci vuole coraggio a dire che stanno male di salute. I delfini, forse gli animali che più di tutti trovano la nostra empatia, in natura incontrano inquinamento, pericoli, parassiti, imbarcazioni nonché le normali difficoltà di una vita selvatica. Di certo non vivono più che in cattività. E all’acquario ci sono delfini che raggiungono 50 anni. Squali che hanno 50 anni. C’è uno squalo nutrice salvato da un acquarietto di una pizzeria in cui stava rinchiuso e che lo ha portato a rimanere nano. Ci sono pinguini salvati dal petrolio. Ci sono rettili e anfibi confiscati all’aeroporto o recuperati dal torrente cittadino. Ci sono tartarughe Carrette periodicamente curate e rilasciate in libertà. Tutti gli animali (coralli, pesci, mammiferi) non provengono da prelievo in natura. Forse gli animalisti non sanno che all’Acquario ci sono progetti di allevamento di animali in via di estinzione, come la testuggine di Albenga o la testuggine Pixis del Madagascar.
Sono convinto che molti animalisti siano detentori di cani e gatti. Sicuramente, verso i loro amici a quattro zampe nutrono indiscusso affetto. Chissà se anche per loro desiderano la libertà. Insomma, per amore della natura, liberino gli animali domestici quindi animali stereotipati e li lascino alla vera natura. Il cane torni a fare il lupo e il gatto torni a fare il felino. Insomma per amore della natura, li liberino da giochi, crocchette e da un divano al posto del bosco… che tortura!
2) A parte l’ironia mi chiedo soprattutto se questi animalisti vivano sul nostro pianeta. Un pianeta gravemente malato. Sull’orlo del baratro. Senza quasi più acqua, suolo e foreste. Io vorrei tanto che venissero all’acquario per vedere coi loro occhi lo stupore della gente verso gli animali e le piante che con le loro eccezionalità sono ambasciatori di un messaggio ambientale. È vero tutto questo non è automatico. Tanta è la gente che giunge distratta, attirata dagli animali grossi, con l’intento banalmente di rilassarsi, passare un pomeriggio di svago, divertirsi e far divertire i figli. Ed è vero il gioco si fa, quando vale la candela. Innegabile il business.
Tuttavia altrettanto innegabile è il grande operato di educazione ambientale. Sia gli acquaristi (che lungo il percorso svolgono momenti di spiegazione) sia le numerose guide veicolano messaggi di rispetto e difesa per il nostro pianeta. Anch’io mi ci metto nel mucchio. Come guida incontro molta gente ed è bello vedere il coinvolgimento quando si dice loro che se le spiagge sono pulite, si deve ringraziare la posidonia o che milioni di squali sono uccisi tutti gli anni per farci delle zuppe o che ancora la Liguria è un incredibile santuario per i delfini. Vorrei che gli animalisti vedessero quando un bambino accarezza una razza e gli si spiega che è un cugino dello squalo e si sfata il mito dell’assassino di Spielberg. Quanti miti si sfatano all’acquario, dalle meduse ai piranha alle murene. Viviamo di film e documentari intrisi di animali killer. E facendo questo lavoro ho scoperto che, è vero, tante persone possono entrare all’Acquario con superficialità, ma tante di sicuro escono grate, arricchite e un po’ più consapevoli.
E in tutto questo “pippotto” non ho manco accennato alla fonte di occupazione e al volano turistico che l’Acquario rappresenta per la città di Genova. Una città in crisi e soffocata dalla disoccupazione.
Giudicate voi, in questo pianeta così inquinato, quanto l’Acquario faccia davvero male.
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Sono un’animalista, mi ha quasi convinta. Adesso le chiedo però le piacerebbe mangiare i pasti migliori, avere dei medici a sua disposizione h24, riprodursi con chi vuole, in un ambiente sano e atossico dal quale non potrà uscire mai, rinchiuso in una bella prigione insomma. In fondo il mondo è un posto pericoloso, inquinatissimo peraltro, c’è la mafia, ci sono delinquenti per le strade, gli psicopatici, una sanità in molti casi discutibile, corruzione ovunque, alluvioni, epidemia, e altro ancora.
Sono un’animalista, mi ha quasi convinta. Adesso le chiedo però le piacerebbe mangiare i pasti migliori, avere dei medici a sua disposizione h24, riprodursi con chi vuole, in un ambiente sano e atossico dal quale non potrà uscire mai, rinchiuso in una bella prigione insomma. In fondo il mondo è un posto pericoloso, inquinatissimo peraltro, c’è la mafia, ci sono delinquenti per le strade, gli psicopatici, una sanità in molti casi discutibile, corruzione ovunque, alluvioni, epidemia, e altro ancora.