Masterchef 13, la finale – Sorprende i giudici dall’antipasto al dolce e vince. Eleonora è la 13esima vincitrice di Masterchef Italia. Un po’ come il suo percorso, che in tutte le puntate non ha avuto alti e bassi ma è sempre stato lineare occupando le posizioni “tra i migliori”, così anche il suo menù, ispirato alla cucina giapponese ma ben saldo alla tradizione livornese, è piaciuto praticamente in tutto.
L’uscita inaspettata
Il grande assente della semifinale è lui, il dottore pessimista. Niccolò con due c. All’inizio della stagione si rimarcava questo dettaglio per distinguerlo dall’altro giovane Nicolò, con una c. Nicolò sembrava promettente vista l’entrata nella cucina di Sky col grembiule bianco ma invece è stato uno dei primi ad uscire, dopo poche puntate.
Ormai lo abbiamo imparato, entrare nella masterclass col grembiule bianco, quindi “al primo colpo”, ricevendo i tre sì dei giudici nelle selezioni di partenza, non è garanzia di rimanerci a lungo. Il caso più eclatante fu quello di Irish Soldani in Masterchef 10, uscito all’inizio, fregato in una prova in cui la sua carne risultò “cruda”. Per chi è come me un super appassionato di Masterchef di sicuro “gli ho sbloccato un ricordo”.
Ma tornando all’aspirante chef con laurea in medicina, il ravennate Niccolò Califano è stato di sicuro uno dei concorrenti più amati dal pubblico. I social si sono scatenati di emoji tristi quando nel pressure test – dopo l’esterna nel ristorante stellato di Uliassi a Senigallia – ha dovuto togliersi il grembiule. Lui con il suo black humor, il suo ghigno, il suo dare nomi divertenti ai piatti come “Semplicità del cactus”: il titolo del piatto che, ahimè, lo ha portato ad abbandonare la cucina più famosa d’Italia. Niccolò ci ha divertiti con la sua leopardiana visione della vita. “Mia madre ha paura delle mie scelte”, ha detto nella sua ultima puntata, “mi sono laureato in medicina e sono finito a Masterchef, adesso teme la mia prossima mossa”.

Masterchef 13, l’ultima Mistery box
È stata la mistery box più importante di tutte: non ti dava un vantaggio per l’invention test che seguiva, ma portava direttamente il vincitore alla finale. Il premio, infatti, è stato indossare la casacca. Antonio, Michela, Eleonora, Sara sono stati loro i quattro semifinalisti alle prove con una scatola dei misteri tutta d’oro ma con delle venature; una scatola che ha voluto ricordare la tecnica di restauro giapponese detta kintsugi che significa “riparare con l’oro”.
Andreas Caminada è lo chef svizzero tre stelle Michelin chiamato a giudicare questa prova. Scampi, limone e yogurt sono i tre ingredienti che danno vita al super piatto – complicatissimo – portato dallo stellato elvetico. Piatto che si è evoluto nel tempo e di cui Caminada ha presentato le versioni sviluppate negli anni, migliorandosi. I semifinalisti non hanno dovuto replicarlo, bensì lavorare con gli ingredienti del piatto più sbagliato che hanno fatto lungo il percorso. Questo il senso della prova, “riparare ai loro errori”. Gli ori che li hanno aiutati nelle riparazioni sono stati delle salse particolarissime scelte da Caminada specificatamente per ciascuno di loro.
A vincere la prova e indossare la casacca è stata Eleonora, la livornese “svampita” il cui piatto è stato giudicato da Caminada “geniale, dal feeling perfetto in bocca”.

Masterchef 13, l’ultimo Invention test
Sempre una prova firmata Caminada. Questa volta i concorrenti hanno dovuto replicare tre piatti: “Quaglia e barbabietola”, “Salmerino e Latticello”, “Lucioperca e jalapeño”. Verdetto positivo è arrivato per Antonio che si aggiudica la seconda casacca. Il siculo emigrato in Germania, col cuore pieno di desiderio di tornare nella sua isola e aprirsi un ristorante. Con sua moglie in dolce attesa, Masterchef sarà sempre la testimonianza per raccontare alla figlia di credere nei sogni.
Timida, apparentemente insicura, con quella frangetta e gli occhialoni a farle “da coperta di Linus”, Sara Bellinzona è la concorrente che ha lasciato la Masterclass sfiorando per un pelo la casacca. Il testa a testa lo ha avuto con Michela, i giudici hanno dovuto con la bilancia pesare i “piccoli errori” ed è stata la mamma altoatesina a spuntarla.

La prova finale
In balconata, come da rito, c’erano tutti gli altri concorrenti della tredicesima edizione. Kassandra, Settimino, Fiorenza, Deborah, Marcus per citarne alcuni. Hanno fatto il tifo – anch’esso come da rito – in modo caloroso, a mo’ di stadio.
Ma il tifo che più di tutti ha commosso i telespettatori è stato quello “degli affetti”. Per Michela sono arrivati i tre figli e il marito. Accanto ad Eleonora c’era la sorella e i genitori. Antonio era in compagnia del fratello e dei genitori. Un videocollegamento con la moglie incinta ha fatto sgorgare ulteriori lacrime.
Dal lago di Garda alle dolomiti, “Mountain experience” è stato il menù di Michela. Cucina giapponese e toscana, col menu “Ichigo” era la proposta di Eleonora. “La chiave di tutto”, è stato il menù di Antonio che omaggiava la Sicilia citando le parole di Goethe.
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L’uscita inaspettata
Il grande assente della semifinale è lui, il dottore pessimista. Niccolò con due c. All’inizio della stagione si rimarcava questo dettaglio per distinguerlo dall’altro giovane Nicolò, con una c. Nicolò sembrava promettente vista l’entrata nella cucina di Sky col grembiule bianco ma invece è stato uno dei primi ad uscire, dopo poche puntate.
Ormai lo abbiamo imparato, entrare nella masterclass col grembiule bianco, quindi “al primo colpo”, ricevendo i tre sì dei giudici nelle selezioni di partenza, non è garanzia di rimanerci a lungo. Il caso più eclatante fu quello di Irish Soldani in Masterchef 10, uscito all’inizio, fregato in una prova in cui la sua carne risultò “cruda”. Per chi è come me un super appassionato di Masterchef di sicuro “gli ho sbloccato un ricordo”.
Ma tornando all’aspirante chef con laurea in medicina, il ravennate Niccolò Califano è stato di sicuro uno dei concorrenti più amati dal pubblico. I social si sono scatenati di emoji tristi quando nel pressure test – dopo l’esterna nel ristorante stellato di Uliassi a Senigallia – ha dovuto togliersi il grembiule. Lui con il suo black humor, il suo ghigno, il suo dare nomi divertenti ai piatti come “Semplicità del cactus”: il titolo del piatto che, ahimè, lo ha portato ad abbandonare la cucina più famosa d’Italia. Niccolò ci ha divertiti con la sua leopardiana visione della vita. “Mia madre ha paura delle mie scelte”, ha detto nella sua ultima puntata, “mi sono laureato in medicina e sono finito a Masterchef, adesso teme la mia prossima mossa”.

Masterchef 13, l’ultima Mistery box
È stata la mistery box più importante di tutte: non ti dava un vantaggio per l’invention test che seguiva, ma portava direttamente il vincitore alla finale. Il premio, infatti, è stato indossare la casacca. Antonio, Michela, Eleonora, Sara sono stati loro i quattro semifinalisti alle prove con una scatola dei misteri tutta d’oro ma con delle venature; una scatola che ha voluto ricordare la tecnica di restauro giapponese detta kintsugi che significa “riparare con l’oro”.
Andreas Caminada è lo chef svizzero tre stelle Michelin chiamato a giudicare questa prova. Scampi, limone e yogurt sono i tre ingredienti che danno vita al super piatto – complicatissimo – portato dallo stellato elvetico. Piatto che si è evoluto nel tempo e di cui Caminada ha presentato le versioni sviluppate negli anni, migliorandosi. I semifinalisti non hanno dovuto replicarlo, bensì lavorare con gli ingredienti del piatto più sbagliato che hanno fatto lungo il percorso. Questo il senso della prova, “riparare ai loro errori”. Gli ori che li hanno aiutati nelle riparazioni sono stati delle salse particolarissime scelte da Caminada specificatamente per ciascuno di loro.
A vincere la prova e indossare la casacca è stata Eleonora, la livornese “svampita” il cui piatto è stato giudicato da Caminada “geniale, dal feeling perfetto in bocca”.

Masterchef 13, l’ultimo Invention test
Sempre una prova firmata Caminada. Questa volta i concorrenti hanno dovuto replicare tre piatti: “Quaglia e barbabietola”, “Salmerino e Latticello”, “Lucioperca e jalapeño”. Verdetto positivo è arrivato per Antonio che si aggiudica la seconda casacca. Il siculo emigrato in Germania, col cuore pieno di desiderio di tornare nella sua isola e aprirsi un ristorante. Con sua moglie in dolce attesa, Masterchef sarà sempre la testimonianza per raccontare alla figlia di credere nei sogni.
Timida, apparentemente insicura, con quella frangetta e gli occhialoni a farle “da coperta di Linus”, Sara Bellinzona è la concorrente che ha lasciato la Masterclass sfiorando per un pelo la casacca. Il testa a testa lo ha avuto con Michela, i giudici hanno dovuto con la bilancia pesare i “piccoli errori” ed è stata la mamma altoatesina a spuntarla.

La prova finale
In balconata, come da rito, c’erano tutti gli altri concorrenti della tredicesima edizione. Kassandra, Settimino, Fiorenza, Deborah, Marcus per citarne alcuni. Hanno fatto il tifo – anch’esso come da rito – in modo caloroso, a mo’ di stadio.
Ma il tifo che più di tutti ha commosso i telespettatori è stato quello “degli affetti”. Per Michela sono arrivati i tre figli e il marito. Accanto ad Eleonora c’era la sorella e i genitori. Antonio era in compagnia del fratello e dei genitori. Un videocollegamento con la moglie incinta ha fatto sgorgare ulteriori lacrime.
Dal lago di Garda alle dolomiti, “Mountain experience” è stato il menù di Michela. Cucina giapponese e toscana, col menu “Ichigo” era la proposta di Eleonora. “La chiave di tutto”, è stato il menù di Antonio che omaggiava la Sicilia citando le parole di Goethe.