La miniera più grande d’Europa: chiave di ingresso per l’Unione Europea. Transizione ecologica ma scontro con contadini.
Da Paese ad economia marginale a cuore energetico dell’Europa? Questo il destino della Serbia con la prossima miniera di litio?
L’accordo “sulla fornitura di materie prime critiche” siglato tra il cancelliere Olaf Scholz (Unione Europea) e il presidente serbo Aleksandar Vucic, a Belgrado, lo scorso 19 luglio lascerebbe intendere di sì.
Miniera in Serbia. Importanza
La Serbia ha la miniera di litio più importante d’Europa e tra le più importanti del mondo. Secondo il governo si stimano 158 milioni di tonnellate di litio, pari a circa il 17 per cento delle riserve complessive stimate nel continente europeo. Una quantità che fa gola agli Stati dell’Unione Europea che non vedono l’ora di accaparrarsene per limitare le importazioni cinesi.
Serbia. Una miniera per quante automobili?
Il litio è il nuovo “oro nero“. E il giacimento serbo soddisferebbe 1,1 milione di auto elettriche all’anno. Garantirà, infatti, il 90% del fabbisogno delle batterie europee. Così, la valle Jadar – “banalmente” agricola – potrebbe diventare il punto di partenza della filiera delle grandi case automobilistiche d’Europa che godranno dell’esclusiva. Parliamo di Mercedes-Benz, Volkswagen e Stellantis (Fiat).
Un’esclusiva che molti leggono come do ut des per entrare nell’Unione Europea.
Di chi è?
La miniera ad oggi è di proprietà della società anglo-australiana “Rio Tinto” che l’ha scoperta nel 2004.
Miniera in Serbia. Le proteste
Le prime proteste sono cominciate nel 2021. I serbi scesi nelle piazze in gran numero riuscirono a bloccare l’apertura della miniera. Ma oggi, dopo il pronunciamento della Corte, la valle di Jadar diventa sfruttabile e le proteste sono ripartite aspramente. Contrari gli ambientalisti e i gruppi di opposizione. Tra i volti vip del fronte del no c’è anche Novak Djokovic.
Secondo gli studi di fattibilità la miniera sarà operativa dal 2026.
I contrari sono preoccupati per i potenziali danni ambientali a fiumi e foreste. Temono che le acque una volta inquinate renderanno impossibile l’attività dei contadini della valle, tra le più fertili della Serbia. Per l’estrazione del litio serve infatti l’uso di sostanze pericolose come arsenico e acido solforico. Duecento ettari di mais e soia verranno occupati dalla miniera. Per 700 posti di lavoro non vogliono che vengano sgomberate 19mila persone. Tra gli scienziati che si sono schierati per il no, c’è chi sostiene che le miniere di litio nel mondo non sono mai così vicine alle aree abitate.
Accusano la “Rio Tinto” di non essere un’azienda nota alle cronache australiane per comportamenti estrattivi sostenibili. Nel corso dei suoi 150 anni di storia, Rio Tinto ha dovuto affrontare accuse di corruzione, degrado ambientale e abusi dei diritti umani nei suoi siti di scavo.
Un secondo fattore di protesta è la preoccuapazione di un’ingerenza colonialista da parte di imprenditori privati che porterà limitati benefici ai cittadini. A questa obiezione, il governo di Belgrado assicura che vieterà l’esportazione del litio grezzo obbligando la sua lavorazione dentro il Paese, così da arricchire l’economia interna in maniera solida, diventando un competitore degli altri attuali produttori: Cile, Argentina, Cina e Australia.
Il litio, l’oro bianco del futuro
Secondo la banca mondiale la produzione di Litio entro il 2050 aumenterà del 500%: i produttori di questo prezioso metallo diventeranno determinanti nelle prossime scacchiere geopolitiche.
In Serbia, la nuova Panda
Anche la Fiat apre in Serbia. A Kragujevac, la società gestita oggi da Stellantis ha inaugurato una linea di produzione sperimentale della Grande Panda elettrica. Ça va sans dire il luogo dove vorrà approvvigionarsi di litio.
L’iconica Panda doveva essere la prima auto elettrica prodotta in serie in Serbia, con inizio a ottobre.
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Miniera in Serbia. Importanza
La Serbia ha la miniera di litio più importante d’Europa e tra le più importanti del mondo. Secondo il governo si stimano 158 milioni di tonnellate di litio, pari a circa il 17 per cento delle riserve complessive stimate nel continente europeo. Una quantità che fa gola agli Stati dell’Unione Europea che non vedono l’ora di accaparrarsene per limitare le importazioni cinesi.
Serbia. Una miniera per quante automobili?
Il litio è il nuovo “oro nero“. E il giacimento serbo soddisferebbe 1,1 milione di auto elettriche all’anno. Garantirà, infatti, il 90% del fabbisogno delle batterie europee. Così, la valle Jadar – “banalmente” agricola – potrebbe diventare il punto di partenza della filiera delle grandi case automobilistiche d’Europa che godranno dell’esclusiva. Parliamo di Mercedes-Benz, Volkswagen e Stellantis (Fiat).
Un’esclusiva che molti leggono come do ut des per entrare nell’Unione Europea.
Di chi è?
La miniera ad oggi è di proprietà della società anglo-australiana “Rio Tinto” che l’ha scoperta nel 2004.
Miniera in Serbia. Le proteste
Le prime proteste sono cominciate nel 2021. I serbi scesi nelle piazze in gran numero riuscirono a bloccare l’apertura della miniera. Ma oggi, dopo il pronunciamento della Corte, la valle di Jadar diventa sfruttabile e le proteste sono ripartite aspramente. Contrari gli ambientalisti e i gruppi di opposizione. Tra i volti vip del fronte del no c’è anche Novak Djokovic.
Secondo gli studi di fattibilità la miniera sarà operativa dal 2026.
I contrari sono preoccupati per i potenziali danni ambientali a fiumi e foreste. Temono che le acque una volta inquinate renderanno impossibile l’attività dei contadini della valle, tra le più fertili della Serbia. Per l’estrazione del litio serve infatti l’uso di sostanze pericolose come arsenico e acido solforico. Duecento ettari di mais e soia verranno occupati dalla miniera. Per 700 posti di lavoro non vogliono che vengano sgomberate 19mila persone. Tra gli scienziati che si sono schierati per il no, c’è chi sostiene che le miniere di litio nel mondo non sono mai così vicine alle aree abitate.
Accusano la “Rio Tinto” di non essere un’azienda nota alle cronache australiane per comportamenti estrattivi sostenibili. Nel corso dei suoi 150 anni di storia, Rio Tinto ha dovuto affrontare accuse di corruzione, degrado ambientale e abusi dei diritti umani nei suoi siti di scavo.
Un secondo fattore di protesta è la preoccuapazione di un’ingerenza colonialista da parte di imprenditori privati che porterà limitati benefici ai cittadini. A questa obiezione, il governo di Belgrado assicura che vieterà l’esportazione del litio grezzo obbligando la sua lavorazione dentro il Paese, così da arricchire l’economia interna in maniera solida, diventando un competitore degli altri attuali produttori: Cile, Argentina, Cina e Australia.
Il litio, l’oro bianco del futuro
Secondo la banca mondiale la produzione di Litio entro il 2050 aumenterà del 500%: i produttori di questo prezioso metallo diventeranno determinanti nelle prossime scacchiere geopolitiche.
In Serbia, la nuova Panda
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L’iconica Panda doveva essere la prima auto elettrica prodotta in serie in Serbia, con inizio a ottobre.