La Liguria del Cambiamento climatico: Resilienza

Una sola parola deve accompagnare la Liguria disastrata dalla mareggiata (e ieri dalle trombe marine, e l’altro ieri dalle alluvioni): resilienza.

Non importa il poetico ci rialzeremo, il poetico ci rimboccheremo le maniche, il poetico siamo gente di mare abituata allo dura prova: no, no, no! Se rialzarci, rimboccarci, abituarci significa rifare tutto come prima non abbiamo capito la lezione.

Se pensiamo che questi fenomeni ci siano sempre stati, ripeto: non abbiamo capito la lezione!

Siamo dentro i cambiamenti climatici. Non sono una minaccia futura. Sono in atto. Ora. Andate in vacanza in Valle d’Aosta se non credete ai ghiacciai che si sciolgono. Andate a vedere la banca dati di piovosità dell’Arpal se non credete ai monsoni, alle isole sommerse.

La fonte è chiara, non sono i “greenblock sfascia vetrine”, ma è il comitato Onu Ipcc (International panel climate change)  a dirlo. E le decisioni sono state prese da tutti i capi di Stato del mondo nel 2015 a Parigi: la famosa Cop 21. Ma in tre anni non è stato fatto quasi nulla.

Olanda, Israele ma anche alcune città come Milano stanno studiando come essere resilienti. Hanno progetti e cabine di regia apposite.

Resilienti non significa resistenti. Resistente è la quercia: arriva il vento e lei fa muro. Resiliente è la palma, arriva il vento e lei oscilla da una parte all’altra – seguendo la forza distruttrice della perturbazione – per tornare al punto di partenza. Se il vento è troppo forte la quercia non ce la farà. Per questo mi domando: la nostra Liguria sarà una palma?

Perché possiamo ricostruire tutto come prima. Ricementificare ogni spiaggia, con immobili ai piedi della battigia che fanno inorridire Monte Carlo; possiamo non ripiantumare dove abbiamo costruito case e parcheggi; possiamo scavare i letti dei fiumi quanto volete (con scolmatori quanto volete) ma se non rinaturiamo i corsi dei fiumi, sarà solo un resistere.

La pioggia deve essere assorbita dal terreno. Il mare deve essere assorbito dalla spiaggia.

Nel braccio di ferro con la natura, io so già chi vince.

 

 

 

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