Afrodite, San Sebastiano avvolti da colori accecanti ma rasserenanti. Dalla punta dello Stivale, tra il mare tumultuoso e una terra carica di Storia sgorga la pittura di Davide Ricchetti
È nel punto più stretto dello stretto di Messina e circondato nella Magna Grecia che nasce la pittura di Davide Ricchetti. Un artista che omaggia il mondo classico con soggetti statuari mitologici e religiosi avvolti da un flash di luce contemporanea.
“Sono circondato di bellezza” dice Davide Ricchetti a Fattore Arte. Cresciuto a Modena, oggi vive nella terra su cui sono innestate le radici materne a Villa San Giovanni, a Reggio Calabria.
Architettura e scenografia
Formazione non prettamente pittorica, da adolescente Ricchetti segue studi tecnici in architettura per proseguire con studi in scenografia presso l’Accademia di Belle arti di Reggio Calabria. E questo mondo di linee, colonne e gestione delle “quinte”, in effetti, si ritrova prepotentemente e armoniosamente nei suoi quadri.

Barcellona, Madrid, Milano: le esposizioni di Ricchetti
“La pittura entra nella mia vita in maniera decisiva anni dopo l’Accademia, ma già a 17 anni vincendo un concorso scolastico con un’opera che fu poi acquistata dalla banca popolare dell’Emilia Romagna ho capito che dipingere poteva essere la mia strada“.
Quel riscontro della gente fu un prezioso incoraggiamento e oggi Davide Ricchetti espone in prestigiose mostre in tutta Europa. Per citare le sue ultime mostre, nel 2024 espone alla Contemporary art exhibition di Madrid, all’Un-fair di Milano e a Paratissima di Torino.
Negli anni scorsi ha portato i suoi quadri alla Fiera Internazionale d’Arte di Barcellona, presso il Museo Maritim e ad Universi Condivisi, presso l’Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio di Milano.
Come un minatore
“I miei quadri nascono come in un rito con tanta istintività di colpi di spatola e pennello per arrivare, però, ad esiti di ricercata raffinatezza” spiega. Parlando per metafore si potrebbe dire che Ricchetti si sente come un minatore continua a scavare finché non arriva alla pepita”.
È un dipingere tumultuoso: “C’è un combattimento tra me e quello che voglio far nascere nella tela”.
Rinascimento e l’ideale
Carboncini, pastelli a olio, matite, acrilico si rincorrono sulla tela per ottenere soggetti robusti, massicci, solenni che celebrano in qualche misura il Rinascimento. Non sembrano voler attraversare la siepe del Seicento in cui si ritrovano anche toni scuri e una ricerca di naturalismo, ma fanno direttamente un balzo in avanti con i colori vivaci contemporanei, quelli da pop art anche se non c’è nulla di pop!
“Ammiro fin da ragazzo Andy Warhol, ma ciò che mi interessa nell’arte è la tensione all’ideale”. Per capire, San Sebastiano è solenne non è sofferente.

C’è da dire che i colori accesi li ha difatti “inventati” Michelangelo nella Cappella Sistina. Buonarroti porta nella volta vaticana l’arancio, il verde, colori che si ritrovano anche “esasperati” nei capolavori di Pontormo. La Palette di Ricchetti propone colori accesi ma cerca i contrasti attraverso il rosa, il giallo, l’azzurro.
“Sono arrivato a questo modo di dipingere dopo tante fasi. E ci sono state opere che rappresentano una svolta nel cammino artistico. Una su tutti, “Ignuda su Gioele” del 2016″. Soggetto che tra l’altro, come spesso accade, riprende negli anni successivi mostrando la sua continua evoluzione.
Per Ricchetti l’arte è una costante delle sue giornate e l’impegno di questi mesi è tutto concentrato alla sua prossima esposizione: la fiera di Montichiari a febbraio 2025.


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Afrodite, San Sebastiano avvolti da colori accecanti ma rasserenanti. Dalla punta dello Stivale, tra il mare tumultuoso e una terra carica di Storia sgorga la pittura di Davide Ricchetti
È nel punto più stretto dello stretto di Messina e circondato nella Magna Grecia che nasce la pittura di Davide Ricchetti. Un artista che omaggia il mondo classico con soggetti statuari mitologici e religiosi avvolti da un flash di luce contemporanea.
“Sono circondato di bellezza” dice Davide Ricchetti a Fattore Arte. Cresciuto a Modena, oggi vive nella terra su cui sono innestate le radici materne a Villa San Giovanni, a Reggio Calabria.
Architettura e scenografia
Formazione non prettamente pittorica, da adolescente Ricchetti segue studi tecnici in architettura per proseguire con studi in scenografia presso l’Accademia di Belle arti di Reggio Calabria. E questo mondo di linee, colonne e gestione delle “quinte”, in effetti, si ritrova prepotentemente e armoniosamente nei suoi quadri.

Barcellona, Madrid, Milano: le esposizioni di Ricchetti
“La pittura entra nella mia vita in maniera decisiva anni dopo l’Accademia, ma già a 17 anni vincendo un concorso scolastico con un’opera che fu poi acquistata dalla banca popolare dell’Emilia Romagna ho capito che dipingere poteva essere la mia strada“.
Quel riscontro della gente fu un prezioso incoraggiamento e oggi Davide Ricchetti espone in prestigiose mostre in tutta Europa. Per citare le sue ultime mostre, nel 2024 espone alla Contemporary art exhibition di Madrid, all’Un-fair di Milano e a Paratissima di Torino.
Negli anni scorsi ha portato i suoi quadri alla Fiera Internazionale d’Arte di Barcellona, presso il Museo Maritim e ad Universi Condivisi, presso l’Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio di Milano.
Come un minatore
“I miei quadri nascono come in un rito con tanta istintività di colpi di spatola e pennello per arrivare, però, ad esiti di ricercata raffinatezza” spiega. Parlando per metafore si potrebbe dire che Ricchetti si sente come un minatore continua a scavare finché non arriva alla pepita”.
È un dipingere tumultuoso: “C’è un combattimento tra me e quello che voglio far nascere nella tela”.
Rinascimento e l’ideale
Carboncini, pastelli a olio, matite, acrilico si rincorrono sulla tela per ottenere soggetti robusti, massicci, solenni che celebrano in qualche misura il Rinascimento. Non sembrano voler attraversare la siepe del Seicento in cui si ritrovano anche toni scuri e una ricerca di naturalismo, ma fanno direttamente un balzo in avanti con i colori vivaci contemporanei, quelli da pop art anche se non c’è nulla di pop!
“Ammiro fin da ragazzo Andy Warhol, ma ciò che mi interessa nell’arte è la tensione all’ideale”. Per capire, San Sebastiano è solenne non è sofferente.

C’è da dire che i colori accesi li ha difatti “inventati” Michelangelo nella Cappella Sistina. Buonarroti porta nella volta vaticana l’arancio, il verde, colori che si ritrovano anche “esasperati” nei capolavori di Pontormo. La Palette di Ricchetti propone colori accesi ma cerca i contrasti attraverso il rosa, il giallo, l’azzurro.
“Sono arrivato a questo modo di dipingere dopo tante fasi. E ci sono state opere che rappresentano una svolta nel cammino artistico. Una su tutti, “Ignuda su Gioele” del 2016″. Soggetto che tra l’altro, come spesso accade, riprende negli anni successivi mostrando la sua continua evoluzione.
Per Ricchetti l’arte è una costante delle sue giornate e l’impegno di questi mesi è tutto concentrato alla sua prossima esposizione: la fiera di Montichiari a febbraio 2025.

